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Forpalma nasce come una lettera d’amore a mia madre, Palma.

Ho racchiuso in un gioiello una rinascita, trasformando il vuoto dell’assenza in un simbolo di bellezza e protezione. Il pavone, ispirato dal cognome di mia madre, diventa così un portafortuna che incarna le connessioni ed i legami, ma soprattutto l’amore che continua a vivere in altre forme senza avere mai fine.

I gioielli Forpalma custodiscono storie preziose da tramandare, ricordando un passato che diventa futuro. È questa l’emozione che voglio condividere con tutte le persone che non smettono di cercare la bellezza, credendo nella magia della trasformazione.

Stefania 

Storia del Pavone

Il pavone è molto significativo per il brand Forpalma. Trasformandolo in un gioiello, è diventato un simbolo che ha riacceso in me il senso di appartenza in un momento in cui temevo di averlo perso per sempre. Dall'ispirazione legata al cognome materno, Pavone, è nata una forte connessione con una storia di famiglia che si intreccia con l'eredità culturale del territorio in cui sono nata, Martina Franca

Negli anni '40, mio nonno Giovanni Pavone era un commerciante di cappotti e abiti da uomo. Aveva iniziato questa attività da giovanissimo grazie a suo padre Fedele Pavone, un abile sarto e commerciante. La mia bisnonna Palma Salamina, moglie di Fedele e madre di mio nonno, discendeva a sua volta da una famiglia di sarti e confezionisti di cappotti. Suo padre Giuseppe Salamina è storicamente riconosciuto come il primo confezionista di Martina Franca. Furono lui e sua moglie Maria Giuseppa De Giovanni ad intuire, alla fine dell'800, la possibilità di trasformare il proprio laboratorio a carattere famigliare in un'impresa commerciale. Ma nel 1900, a soli 32 anni, Giuseppe Salamina muore. Sua moglie Maria Giuseppa decide di continuare l'opera intrapresa con entusiasmo dal marito. Cuce sino a tarda notte, si reca a Lecce per seguire da vicino le vendite e accudisce i quattro figli, tra i quali la mia bisnonna Palma.

Fedele e Palma

Nel 1922 il mio bisnonno Fedele Pavone fa parte della ditta "Salamina & C.", fondata da uno zio di sua moglie Palma. La società diventa la prima azienda confezioniera sorta a Martina Franca, composta da uomini accomunati dal senso del commercio ma soprattutto dalla passione per un'arte manifatturiera intrapresa sin dalla tenera età. Il mio bisnonno Fedele era il tecnico della ditta. Nel libro "Dalla tessitura all'industria confezioniera a Martina Franca" scritto da Teresa Gentile ho letto che il mio bisnonno Fedele, mentre era al fronte, aveva confezionato eleganti divise per gli ufficiali e mandato i soldi a sua moglie Palma. Lei, con i risparmi, comprò molta stoffa e la conservò. Così, quando suo marito tornò dal fronte poté pagare le 100.000 lire di capitale versato anche dagli altri soci. Questa premura, supporto e collaborazione attiva della mia bisnonna Palma e ancor prima di sua madre Maria Giuseppa verso il lavoro dei loro cari mi ha colpita molto in un'epoca in cui le donne non erano valorizzate come protagoniste dello sviluppo economico della società.

Un passato che diventa futuro

Tra foto, lettere, libri, ricordi e racconti di parenti e conoscenti, mi emoziona ripercorrere e ricostruire questa storia, leggendola anche attraverso la mia passione per la cultura e l'artigianato nella moda. Ho ritrovato delle lettere che mio nonno Giovanni (Nannino) inviava a mia nonna Ninetta quando era lontano dalla famiglia per lavoro. Sono stata catturata dall'amore che emerge nello scambio di messaggi tra i miei nonni. E poi, sono stata colpita dal disegno sul timbro della "Ditta Pavone", presente su tutte le lettere. Quel disegno, ideato dal mio bisnonno Fedele Pavone, ha ispirato il logo Forpalma.

L'affetto per questa storia e per il mio territorio di origine mi ha dato la visione che Forpalma possa essere un brand dove il gioiello è destinato ad incontrare universi affini, dando origine a nuove storie.

Ecco perché il pavone è magico.

Crea connessioni preziose capaci di generare la visione di un futuro che si nutre di un passato da non dimenticare, trasformandosi in altre storie da raccontare.